Villette (Villette) - Fazi Editore

Trama

Quando Lucy Snowe ottiene il posto di istitutrice in un collegio femminile in Belgio, per la prima volta la fortuna sembra sorriderle. Orfana e indigente, timida e sgraziata, per la ragazza quel trasferimento oltremanica è l’occasione per lasciarsi i grigi sobborghi inglesi alle spalle e ricominciare da zero. Ma iniziare una nuova vita non è un’impresa da poco: arrivata a Villette – città immaginaria plasmata da Charlotte Brontë sul modello di Bruxelles –, in un ambiente che le è estraneo, senza parenti né amici, Lucy ci mette del tempo a superare l’iniziale spaesamento e a prendere in mano le redini della propria esistenza. Grazie alla propria forza di carattere, la giovane riesce a guadagnarsi la stima dell’autoritaria direttrice del collegio, Madame Beck, e a entrare in confidenza con suo cugino, il professor Paul Emanuel, un uomo gentile e brillante ma poco portato per la vita mondana a causa del suo temperamento focoso. E proprio nel momento in cui tra i due sembra essere scoccata la scintilla di un’intensa e tormentata storia d’amore, arriva a Villette John Bretton, affascinante amico d’infanzia di Lucy, che costringerà la ragazza a fare i conti con i dubbi e le scelte che s’impongono a ciascuno di noi quando cerca il proprio posto nel mondo.

Incipit 

Traduzione di Antonella Anedda
La mia madrina viveva in una bella casa nell'antica e tranquilla città di Bretton. La famiglia di suo marito vi risiedeva da generazioni e, anzi, ne portava il nome - Bretton di Bretton: non so se in ragione di una coincidenza o del fatto che qualche remoto antenato fosse stato personaggio di tale importanza da dover lasciare il proprio nome al luogo da lui abitato.Quando ero piccola andavo a Bretton un paio di volte l'anno e sempre molto volentieri. La casa e i suoi inquilini mi piacevano veramente.Le grandi stanze tranquille, il mobilio ben disposto, le finestre chiare e immense, fuori il balcone che si affacciava su una antica strada, deliziosa, dove la domenica sembrava non dovesse mai avere fine - tanto era quieta l'aria, pulito il lastricato - tutto questo mi dava davvero un senso di soddisfazione.

Incipit in lingua originale


My godmother lived in a handsome house in the clean and ancient town of Bretton. Her husband's family had been residents there for generations, and bore, indeed, the name of their birth-place - Bretton of Bretton: whether by coincidence, or because some remote ancestor had been a personage of sufficient importance to leave his name to his neighbourhood, I know not.

When I was a girl I went to Bretton about twice a year, and well I liked the visit. The house and its inmates specially suited me. The large peaceful rooms, the well-arranged furniture, the clear wide windows, the balcony outside, looking down on a fine antique street, where Sundays and holidays seemed always to abide - so quiet was its atmosphere, so clean its pavement - these things pleased me well.

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