Scheda Tecnica
Titolo: Villette
Autore: Charlotte Brontë
Genere: Classico
Pubblicato da: Fazi Editore
Prezzo: 14,90€
E-book: Si
Prezzo E-book: 6,99€
Trama
Quando Lucy Snowe ottiene il posto di istitutrice in un collegio femminile in Belgio, per la prima volta la fortuna sembra sorriderle. Orfana e indigente, timida e sgraziata, per la ragazza quel trasferimento oltremanica è l’occasione per lasciarsi i grigi sobborghi inglesi alle spalle e ricominciare da zero. Ma iniziare una nuova vita non è un’impresa da poco: arrivata a Villette – città immaginaria plasmata da Charlotte Brontë sul modello di Bruxelles –, in un ambiente che le è estraneo, senza parenti né amici, Lucy ci mette del tempo a superare l’iniziale spaesamento e a prendere in mano le redini della propria esistenza. Grazie alla propria forza di carattere, la giovane riesce a guadagnarsi la stima dell’autoritaria direttrice del collegio, Madame Beck, e a entrare in confidenza con suo cugino, il professor Paul Emanuel, un uomo gentile e brillante ma poco portato per la vita mondana a causa del suo temperamento focoso. E proprio nel momento in cui tra i due sembra essere scoccata la scintilla di un’intensa e tormentata storia d’amore, arriva a Villette John Bretton, affascinante amico d’infanzia di Lucy, che costringerà la ragazza a fare i conti con i dubbi e le scelte che s’impongono a ciascuno di noi quando cerca il proprio posto nel mondo.
La mia opinione
L’ultimo
romanzo scritto da Charlotte Brontë presenta degli elementi autobiografici che
ci permettono di conoscere alcune vicende della vita della scrittrice.
Il
romanzo è una versione rielaborata del primo manoscritto di Charlotte che all’epoca
fu rifiutato dagli editori e fu pubblicato postumo. La differenza tra “Il professore”
e “Villette” è principalmente quella della voce narrante: nel primo abbiamo un
uomo, mentre nel secondo una donna.
La storia
infatti è narrata in prima persona dalla protagonista Lucy Snowe. Una
particolarità molto interessante si ha proprio nel cognome della protagonista:
Charlotte aveva deciso di cambiare “Snowe” con
“Frost”, ma alla fine optò per la prima scelta. Il fattore più
importante è che il cognome di Lucy desse l’idea del freddo. I due termini
infatti significano rispettivamente “neve” e “gelo”.
Ho
particolarmente apprezzato questa opera perché per la prima volta rispetto agli altri romanzi
dell’autrice ci troviamo di fronte a una novità nel finale. Se in “Jane Eyre” l’omonima
protagonista sposa l’amato Edward Rochester, in “Shirley” le due protagoniste
coronano i loro sogni d’amore sposando i rispettivi fidanzati, in “Il
professore” William Crimsworth sposa la ragazza di cui è innamorato, in “Villette”
Lucy Snowe ha una sorte ben diversa. Monsieur Paul Emanuel parte per un viaggio
e nella traversata in mare per ritornare a Villette la nave su cui si trova fa
naufragio. Questo
finale si può a mio avviso interpretare in due modi: il protagonista maschile
muore nel affondamento della nave o il protagonista maschile è tra i superstiti
del naufragio e può tornare da Lucy. Purtroppo non avremo mai una risposta a
questa domanda. In base alle ultime parti della narrazione ogni lettore può
interpretare la vicenda come più gli aggrada. Forse Charlotte ha voluto creare
un’eroina che per la prima volta ha una propria indipendenza che si realizza
attraverso il sacrificio e la propria forza di volontà e affinché si compia
questo progetto Lucy non è destinata a una vita matrimoniale con Monsieur Paul.
Voto: 9
Incipit
La mia madrina viveva in una bella casa nell'antica e tranquilla città di Bretton. La famiglia di suo marito vi risiedeva da generazioni e, anzi, ne portava il nome - Bretton di Bretton: non so se in ragione di una coincidenza o del fatto che qualche remoto antenato fosse stato personaggio di tale importanza da dover lasciare il proprio nome al luogo da lui abitato.
Quando ero piccola andavo a Bretton un paio di volte l'anno e sempre molto volentieri. La casa e i suoi inquilini mi piacevano veramente.
Le grandi stanze tranquille, il mobilio ben disposto, le finestre chiare e immense, fuori il balcone che si affacciava su una antica strada, deliziosa, dove la domenica sembrava non dovesse mai avere fine - tanto era quieta l'aria, pulito il lastricato - tutto questo mi dava davvero un senso di soddisfazione.
Quando ero piccola andavo a Bretton un paio di volte l'anno e sempre molto volentieri. La casa e i suoi inquilini mi piacevano veramente.
Le grandi stanze tranquille, il mobilio ben disposto, le finestre chiare e immense, fuori il balcone che si affacciava su una antica strada, deliziosa, dove la domenica sembrava non dovesse mai avere fine - tanto era quieta l'aria, pulito il lastricato - tutto questo mi dava davvero un senso di soddisfazione.
Tutti i romanzi di Charlotte Brontë
- Jane Eyre (1847)
- Shirley (1848)
- Villette (1849)
- Il professore (1857)
Samuela
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