Emily Brontë. Natura e religione di Simona Scarfogliero

Nell’età vittoriana la donna costituiva per l’immaginario maschile, anche intellettuale, un oggetto di tentazione del tutto passivo, un puro e semplice riflesso dei suoi desideri, fonte di ispirazione ma in sé priva di autentiche capacità creative. In margine alla Pre-Raphaelite Brotherhood, (i cultori del mito della femme fatale), le poetesse vittoriane perseguivano tenacemente un tema comune: l’affermazione della loro libertà. L’arma era la scrittura, utilizzata ora per descrivere ora per indagare l’esistenza individuale, ma sempre intrisa di sensibilità femminile. Data la non lunga tradizione della letteratura femminile, poche voci si sono levate abbastanza in alto da soddisfare questa disperata ricerca di affermazione, ma quelle poche, per il silenzio che le aveva precedute, hanno avuto la possibilità di acquistare valore di modello: Jane Austen, George Sand, George Eliot, le sorelle Brontë ed altre. La voce di queste figure gigantesche della letteratura ha echeggiato per decenni oltre la loro morte, ma forse nessuna si è impressa nell’immaginario femminile quanto quella di Emily Brontë e delle sue sorelle, Charlotte ed Anne. Questo libro analizza la poetica di Emily Brontë e dà una chiave di lettura interessante e particolarmente originale.
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